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Grande confusione in tema di Covid. I vertici della Fmsi: «Chiunque applicasse oggi il nuovo protocollo opererebbe in condizioni di illiceità»

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C’è ancora una grande confusione in materia di Covid nel mondo dello sport e purtroppo questo si ripercuote anche sulle società e sugli atleti. Lunedì scorso la Federazione Medici Sportivi ha reso noto il nuovo “Return to play” riservato a chi ha passato la malattia e deve sostenere i nuovi controlli per tornare in campo. In sintesi, per quasi tutti gli atleti il tempo di attesa fra la negativizzazione e le nuove visite si riduce da trenta giorni a una settimana, al massimo due.

Ma qui nasce il problema: la Figc oggi nel comunicato ufficiale ha allegato il nuovo protocollo con l’iter da seguire "per il ritorno all’attività sportiva agonistica in atleti Covid-19 positivi guariti". Ma attenzione, perché queste norme non sono ancora operative e devono essere approvate dagli organi competenti. Tutti si augurano che diventino effettive nel più breve tempo possibile, ma a oggi bisogna ancora seguire il vecchio protocollo di un anno fa, attendendo dunque un mese prima di effettuare le nuove visite.

Lo ha specificato in modo inequivocabile la stessa Fmsi in una nota inviata ai propri associati, chiarendo che “chiunque applicasse oggi il nuovo protocollo “Return to play” opererebbe in condizioni di illiceità”.

LA LETTERA DELLA FMSI AI PROPRI SOCI E AI DIRIGENTI DELLA FEDERAZIONE MEDICI SPORTIVI ITALIANI